Gli «autentichi libri de’ mercanti»: appunti sulla sintassi e la testualità
Abstract
Il contributo prende in esame alcune caratteristiche sintattiche e testuali ricorrenti dei libri di famiglia fiorentini tre-quattrocenteschi. Si tratta di testi che da un lato presentano una scrittura decisamente schematica e formulare, alla base della quale risiede una duplice tradizione scrittoria: quella notarile in latino e quella contabile in volgare; dall’altro sono stati realizzati con finalità essenzialmente pratiche e documentarie da scriventi, perlopiù semicolti, interessati a un puro uso funzionale della scrittura. Sul versante della costruzione del periodo, si analizza un tipo di scrittura sintetica che consiste nel porre la sequenza delle informazioni su un’unica linea prospettica (talvolta azzerando anche la dimensione temporale e quella di causa-effetto) per mezzo dell’onnipresente connettivo-demarcativo e; ci si sofferma quindi sui frequenti cambi di progetto sintattici e semantici, sui mutamenti del soggetto sintattico non espressi, sulle costruzioni a tema sospeso. Sul piano della testualità, il focus è in particolare sugli aspetti più caratteristici (e devianti rispetto alla norma) nell’àmbito della progressione tematica del discorso.
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