Fra cielo e terra. Profezie apocalittiche, eventi atmosferici e simbolismo astronomico nel racconto dei Patria Costantinopolitana
Resumo
Il testo riflette sulla presenza nei Patria Costantinopolitana di oracoli e profezie, ora collegati alle emergenze monumentali della Nea Rome (come avviene nelle Parastaseis Syntomoi chronichai), ora evocati simbolicamente, ma sempre connessi a eventi astronomici o a fenomeni climatici, interpretati come presagi negativi per la capitale d’Oriente e per il suo impero o, al contrario, visti come segnali rassicuranti dell’eternità di Costantinopoli e della sua predestinazione a trionfare sui nemici in virtù del favore divino e del fatto di essere “nuova Gerusalemme”. Eventi calamitosi o particolari congiunture astrali vengono riletti alla luce della situazione storica e delle vicende dell’Impero d’Oriente e danno luogo, nei racconti dei patriografi, a horaseis (visioni) e chresmòi (oracoli) destinati a raggiungere un pubblico composito e stratificato, di cui facevano parte l’uomo comune e il raffinato intellettuale. In tal senso, l’individuazione, all’interno dell’ampia raccolta dei Patria, di elementi che rinviano a una più cospicua letteratura apocalittica, consente, da un lato, di approfondire la conoscenza del mondo culturale bizantino; da un altro, di fornire un apporto inedito per la ricostruzione dell’immaginario collettivo costantinopolitano e del simbolismo connesso a determinati fenomeni e congiunture astrali. Il contributo proposto intende indagare un simile approccio culturale ed evidenziarne i caratteri costitutivi, in quanto indicatori di un complesso rapporto uomo-natura, proprio del mondo medioevale.