L’ideale di santità di Ildegarda di Bingen (1098-1179)

  • Valentina Giannacco Università di Roma
Parole chiave: Maria, Disibodo, Ruperto, Gerusalemme celeste, cenobio, ornatus mundi

Abstract

L’ideale di santità di Ildegarda di Bingen emerge non soltanto dalle agiografie composte in onore di Disibodo e Ruperto, patroni dei due monasteri in cui l’agiografa visse, ma anche nella Symphonia armoniae celestium revelationum, un ciclo poetico-musicale in cui è ricostruita l’intera storia della Chiesa, dalle origini apostoliche fino alla nascita del monachesimo. Un ruolo fondamentale in questa ricostruzione è riservato a Maria e alla sua funzione materna. La Vergine ricongiunge la creazione del mondo veterotestamentaria alla rigenerazione del mondo avvenuta nel giorno dell’Incarnazione. Nel grembo di Maria e, quindi, in Cristo confluiscono tre livelli di lettura del testo del Genesi: la creazione (piano letterale), la Chiesa (piano allegorico) e il monachesimo (piano morale-tropologico). Anche Disibodo e Ruperto partecipano ai tre livelli dell’interpretazione genesiaca, ma in loro trova soprattutto spazio il piano morale. Sono, infatti, espressione dell’ascesa dell’uomo nel cammino di virtù, che ha come meta finale l’unione con Cristo.

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Pubblicato
2020-06-26
Come citare
Giannacco, Valentina. 2020. «L’ideale di santità di Ildegarda di Bingen (1098-1179)». De Medio Aevo 9, nº giugno:: 43-52. https://doi.org/10.5209/dmae.69895
Sezione
Monográfico