La necessità del gusto e il sensus communis kantiano. A partire da alcune recenti letture
Resumen
La nozione di “sensus communis” è una delle nozioni più importanti e allo stesso tempo complesse dell’intera filosofia kantiana. Tale complessità è dovuta alla diversità di significati che essa acquisisce nel corso degli scritti kantiani, i quali non dedicano mai una analisi precipua a questo concetto. Recenti studi, come quelli di Zhengmi Zhouhuang e di Serena Feloj, hanno contribuito a focalizzare l’attenzione su tale nozione, sulla sua importanza e sulle difficoltà ad essa connesse. Proprio a partire dalla discussione di queste interessanti analisi, vorrei proporre una lettura epistemologica del “senso comune”, che tenga conto della molteplicità delle connotazioni che tale nozione di volta in volta assume, senza per questo perdere di vista l’unità e la sistematicità del sistema delle facoltà. Questa nozione a mio giudizio può essere identificata con la stessa facoltà di giudizio: facoltà che nell’esperienza estetica esprime pienamente la sua eautonomia, essendo a sé stessa sia oggetto sia legge. In questa senso la trattazione del “sensus communis” rende più che mai evidente l’importanza e la ricchezza teorica dell’approfondimento delle condizioni trascendentali che ha luogo nella terza Critica.