Nani e ragazzi rana: La solitudine dei freaks italiani
Abstract
La disabilità fisica è un tema ben radicato nella cultura popolare italiana dell’Otto-Novecento, in cui non mancano esempi di esseri umani con malformazioni esibiti per intrattenimento nei circhi, nei luna park, nelle fiere, descritti più o meno fedelmente nella letteratura e nei fumetti. Ai cosiddetti freaks, perlopiù ritratti come solitari e disperati (benché il mondo dello spettacolo viaggiante non sembri poi essere più degradante di quello “ordinario”), ci si approccia ambiguamente. Sfruttati e in mostra nei sideshows, i freaks diventano fonte di sdegno o stupore, talvolta persino di ispirazione, nondimeno è con reticenza che in generale vengono accolti dalla società. Sulle tracce di freaks reali e fittizi, il presente contributo sfoglia pagine di cronaca dedicata alla narrazione delle “mostruosità di natura” così come alcune opere di finzione (Landolfi, Pedrocchi, Albertarelli e Gherlizza, Crovi, Verga) che hanno affrontato la tematica da plurime prospettive.
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