L'oggetto mediatore mediato o dimenticato. Discrimine nella letteratura italiana del Novecento per legami fantastici trasformativi o nucleari
Abstract
L’oggetto mediatore rappresenta uno dei meccanismi narrativi più efficaci per materializzare l’avvenuto passaggio di soglia tra distinti piani diegetici od ontologici nelle narrazioni fantastiche (Lugnani 1983), sia in quelle appartenenti al canone generico del XIX secolo, sia in quelle modali del XX secolo. Prendendo come esempio testi emblematici delle diverse tipologie di costruzione fantastica (Lazzarin 2015), possiamo cogliere all’interno della tradizione letteraria italiana del Novecento uno sviluppo di questa risorsa che perde poco a poco la sua precipua corporeità per far spazio a una presenza indiretta, mediata dall’immaginazione dei personaggi, dai loro sensi vitali, dalle informazioni di cui dispongono durante il trascorso dell’azione, o che addirittura scompare, lasciando senza controprova l’evento extra-ordinario. Lo schema analitico derivante dalla teoria delle appercezioni (Remorini 2023a) evidenzia inoltre come la presenza dell’oggetto mediatore sia indispensabile per un cambio delle connessioni appercettive di letture intorno a nuovi attrattori referenziali.
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