Dell’imperfetto commemorativo, funebre, funereo o funesto
Abstract
In italiano c’è un uso dell’indicativo imperfetto che sembra suggerire che lo stato di cose presentato dal mittente non è semplicemente passato, cioè avvenuto in un momento che precede cronologicamente quello dell’enunciazione, ma risulta anche irrevocabilmente finito, concluso, terminato – nel presente non si dà più: se di qualcuno si dice che era proprio un bravo ragazzo il destinatario tende spontaneamente a pensare che la persona in questione è scomparsa, oppure che il suo comportamento abituale è decisamente peggiorato. In questo articolo si tenta di illustrare brevemente quest’uso dell’imperfetto in alcuni generi testuali e discorsivi dell’italiano moderno e contemporaneo, affiancandolo all’uso del perfetto semplice di essere reso indimenticabile dal manzoniano «Ei fu» ma comunque anche tipico della lingua burocratico- amministrativa, tra l’altro ironicamente evocata da Pirandello con Il fu Mattia Pascal.Downloads
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