"La Storia" morantiana sullo schermo
Résumé
Questa lettura dell’adattamento della Storia, fatto da Luigi Comencini per il piccolo schermo, è avulsa alla tesi su una sostanziale risemantizzazione del testo letterario. Si dimostra che questo regista, autore di cinema morale e pedagogico, ma avverso all’uso del cinema ai fini politici (e attento a non cadere nel miserabilismo neorealista), accoglie fedelmente gli intenti morantiani. Fa un film sull’innocenza minacciata dalla morte e dalla violenza in tempo della guerra (così come essa è soffocata dall’educazione in tempo di pace): Useppe, infatti, è la nostra coscienza di fronte alla storia. Comencini semplifica volutamente i messaggi morantiani riducendoli a “quadri parlanti”: uno sulla vitalità mal riposta, un altro sull’innocenza travolta e schiacciata, un altro ancora sull’ebraicità, sulla coerenza mancata ecc. Per mezzo dei filmati d’epoca in bianco e nero che s’alternano ai trascorsi dei personaggi fittizi, spiega ai semplici di spirito il rapporto tra la micro- e la macro-storia che non procedono parallele, bensì si incrociano: all’origine di ogni evento storico v’è un atto (o un atto mancato) umano.Téléchargements
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