Due voci sul mar Nero: Luca Desiato alla (ri)scoperta dell’esilio ovidiano

  • Dalila D’Alfonso Università degli Studi di Foggia

Resumen

Le elegie dei Tristia e delle Epistulae ex Ponto rappresentano, ancora oggi, un riferimento imprescindibile per quanti vogliano indagare l’esperienza esilica in tutte le sue sfaccettature e in tutta la sua complessità. Non a caso, numerosi autori della contemporaneità hanno guardato alla poesia tomitana dell’ultimo Ovidio come a un vero e proprio paradigma per le scritture da e sull’esilio di ogni tempo. Nei quarantaquattro capitoli in cui articola il romanzo Sulle rive del Mar Nero (1992), Luca Desiato “scompone” l’animo umano toccato dalla sorte dell’esilio, un esilio che si presenta come condanna soprattutto interiore. Il protagonista, uno scrittore  che vive l’ultimo corso della sua esistenza nella Roma borghese degli anni Novanta, alterna la propria voce a quella del poeta romano, condannato da Augusto nell’8 d.C. alla relegatio perpetua. Saverio rappresenta, in primis, un esule dell’esistenza, un prigioniero del tempo ultimo che sta vivendo, un tempo estremo, come le terre del Ponto Eusino.

Descargas

Los datos de descargas todavía no están disponibles.

Biografía del autor/a

Dalila D’Alfonso, Università degli Studi di Foggia

Dipartimento di Studi Umanistici. Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione

Ver citas

Descarga artículo

Crossmark

Métricas

Publicado
2020-09-15
Cómo citar
D’Alfonso D. (2020). Due voci sul mar Nero: Luca Desiato alla (ri)scoperta dell’esilio ovidiano. Cuadernos de Filología Clásica. Estudios Latinos, 40(1), 103-127. https://doi.org/10.5209/cfcl.71534
Sección
Artículos