Illusione e Inganno: parvenza trascendentale e critica come katharsis in Kant
Resumen
Intento di questo scritto è considerare la parvenza trascendentale all’interno di una cornice più ampia, ossia in relazione alla parvenza sensoriale, in quanto benché nell’Introduzione alla «Dialettica Trascendentale» Kant faccia solo brevi riferimenti alla parvenza dei sensi, per soffermarsi, invece, sulla parvenza oggetto di critica, mia convinzione è che, in realtà, sia possibile istituire un parallelo tra le due parvenze, perché ritengo che il modo in cui Kant struttura la questione della parvenza trascendentale sia mutuato da quella sensoriale sia rispetto all’utilizzo di alcuni termini che all’uso di una certa metodologia. Il parallelo istituito è indispensabile affinché ci si possa addentrare in un’altra sottile questione sottesa alla parvenza trascendentale: il passaggio che può verificarsi, in certi casi, da ciò che semplicemente illude a ciò che inganna, che è possibile cogliere attraverso l’ampio vocabolario fornito da Kant: Illusion, Blendwerk, Wahn, Täuschung e Betrug. L’ultima parte è dedicata alla comprensione del perché nell’ambito della parvenza trascendentale la critica venga descritta come un metodo catartico.