Homo cosmicus. Considerazioni su un saggio di Angelo Cicatello
Resumen
L’articolo commenta una interpretazione dell’antropologia pragmatica di Kant fatta da Angelo Cicatello. Tale interpretazione collega antropologia e metafisica, mostrando che un’antropologia meramente antropocentrica, schiacciata sulla storia empirica e sul potere dell’uomo, è tanto fallace quanto l’antropologia fisiologica già respinta da Kant. La chiave del collegamento è fornita dal concetto di mondo, da intendersi in senso cosmico come idea di totalità e sistema dei fini cui l’uomo si obbliga, andando oltre se stesso. Il mio commento segue questa tesi alla luce del problema dello Übergang tra sensibile e sovrasensibile, trattato da Cicatello in altri testi. Il commento mette in evidenza che tale passaggio è impraticabile, resta solo teorico finché non si approfondisce il concetto kantiano di mondo. E mostra che la dialettica cosmologica esposta nella Critica della ragione pura è ancora l’autentico fondamento per comprendere tale concetto, anche in senso morale e antropologico.