Luoghi “pubblici” e donne “ai margini”: un’attrice a Catania romana

  • Gaetano Arena Università degli Studi di Catania

Resumo

Un epitaffio, rinvenuto a Catania intorno al 1731, menziona la mimas Aphrodito, moglie di Eutychus. Il mimo consisteva in uno spettacolo incentrato su parodie mitologiche o, più di frequente, su intrecci erotici, era una sorta di “farsa” recitata da più attori accompagnati da coristi e musicisti e soprattutto connotata dalla bellezza, spesso generosamente esibita, di attrici e danzatrici, che potevano raggiungere considerevole fama e conseguire elevati guadagni. Il marchio dell’infamia, però, colpiva le mimae, equiparate dalla legge alle prostitute: per tale ragione l’utilizzo della prestigiosa lingua latina da parte di individui dal nome grecanico non autorizza a pensare ad un’effettiva integrazione di Aphrodito all’interno della società di Catina. Da un canto l’interesse per il restauro e l’ampliamento del corredo urbanistico della città etnea, soprattutto nel corso del II secolo e, in particolare, per gli edifici adibiti agli spettacoli, dall’altro l’attenzione specificamente rivolta dagli imperatori adottivi agli attori e agli spettacoli di mimo consentono di ipotizzare una datazione dell’iscrizione di Aphrodito all’età degli Antonini.

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Publicado
2020-04-01
Como Citar
Arena G. (2020). Luoghi “pubblici” e donne “ai margini”: un’attrice a Catania romana. Gerión. Revista de Historia Antigua, 38(1), 83-116. https://doi.org/10.5209/geri.68586
Secção
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