Eterodossia e coercitio imperiale nei Concili Ecumenici del V secolo

  • Silvia Acerbi

Abstract

Questo nostro contributo si propone di analizzare, nel ventennio che intercorre dalla convocazione del I Concilio di Efeso (431) alla vigilia del Concilio di Calcedonia (451), sullo sfondo del grande conflicto cristologico che turbò profundamente la pars Orientis dell’Impero, l’oscillare dell’atteggiamento e delle decisioni del legislatore romano-cristiano —il pius princeps Teodosio II— in ordine alla repressione della devianza religiosa. L’estrema mutevolezza degli atteggiamenti sovrani determinò, nell’arco del V secolo, una grande discontinuità nella politica religiosa imperiale che ebbe nel II Concilio di Efeso, noto come Latrocinium Ephesinum (449), il momento di maggior tensione. Analizzeremo tre costituzioni antieterodosse emanate da Teodosio II negli anni centrali del V secolo: la constitutio del 435, ultimo provvedimento de fide del Codex Theodosianus (CTH 16,5, 66); la constitutio emanata dall’imperatore nel febbraio del 448 il cui testo oggi reperibile nel titolo primo del primo libro del codice Giustinianeo (C.I. 1,1,3); infine la constitutio emanata da Teodosio II all’indomani Della sinodo del 449 (ACO II,III, 2, 88-89) che ne approvò e difese i risultati dogmatici, ovvero sancendo la piena ortodossia della cristologia monofisita e dichiarando guerra aperta alla ‘eterodossia’ duofisita.

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Pubblicato
2006-07-13
Come citare
Acerbi S. (2006). Eterodossia e coercitio imperiale nei Concili Ecumenici del V secolo. Gerión. Revista de Historia Antigua, 24(1), 355-370. https://revistas.ucm.es/index.php/GERI/article/view/GERI0606120355A
Sezione
Varia