L’alternanza dittongo/monottongo nei verbi völë̀ (‘volere’) e pödë̀ (‘potere’) in testi novecenteschi nel dialetto galloitalico di Nicosia
Abstract
L’alternanza tra forme dittongate e non dittongate nei paradigmi verbali italoromanzi riflette lo sviluppo delle vocali radicali ŏ ed ĕ, a seconda della posizione dell’accento, con forme rizotoniche che presentano sviluppi dittongati, di contro a forme arizotoniche prive di dittongazione (Rohlfs 1968: § 538; Maiden 2004, 2018). In nicosiano, tuttavia, l’alternanza si manifesta anche nelle forme rizotoniche dell’indicativo presente di due specifici verbi,
völë̀‘volere’ e
pödë̀‘potere’, cosìcché una stessa forma rizotonica ricorre sia con dittongo che con monottongo:
vuoghjö/voghjö‘voglio’,
vuoë/voë‘vuoi’,
vuò/vò‘vuole’,
vuonö/vonö‘vogliono’;
puozzö/pozzö‘posso’,
puoë/poë‘puoi’,
può/pò‘può’ e
puonö/ponö‘possono’. Le forme senza dittongo ricorrono quando
völë̀e
pödë̀sono seguiti da un infinito; le forme con dittongo ricorrono in tutti gli altri contesti. Tale quadro è spiegato ipotizzando una sequenza di processi (morfo)fonologici in azione in stadi diacronici distinti: una regola di dittongazione legata alla prominenza di sintagma fonologico (Nespor 1993: §8.5; Kager / Zonneveld 1999) è attiva solo in un primo stadio; il nuovo statuto acquisito da ‘volere’ e ‘potere’ nella configurazione con infinito è connesso poi all’immagazzinamento nel lessico mentale di temi verbali non dittongati, distinti da quelli dittongati associati alle strutture che non presentano l’infinito.
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