Noumenorum non datur scientia. Kant e la nozione di mondo intelligibile: tra monadologia e platonismo
Resumen
In quest’articolo, articolo prenderò in esame i passi in cui Kant descrive la monadologia leibniziana come un “concetto platonico” del mondo, ossia come una descrizione del mondo intelligibile che non ha nulla a che vedere con la spiegazione del mondo fenomenico. In generale, vorrei mostrare che quest’interpretazione non va contrapposta a quella che lo stesso Kant aveva dato nella prima Critica, dove la monadologia era caratterizzata come un “sistema intellettuale del mondo”. Per fare ciò, risponderò a due domande. La prima riguarda le ragioni che possono aver indotto Kant, in diverse occasioni, a presentare Leibniz come un precursore della teoria della soggettività dello spazio. La seconda riguarda il motivo per cui Kant associa costantemente la monadologia alla teoria platonica delle idee, mostrando come, in entrambi i casi, Kant intenda criticare qualsiasi possibilità di un transito dal mondo sensibile a quello intelligibile (almeno dal punto di vista teoretico). Infine, cercherò di mostrare che, dietro questa lettura deflazionista della monadologia, c’è anche un’implicita autocritica alle tesi che Kant stesso ha sostenuto nella Dissertatio del 1770.