Costruzioni inaccusative nel Cinquecento

  • Roberto Vetrugno University for Foreigners Perugia

Resumen

Per descrivere alcuni verbi a costruzione inaccusativa presenti in testi letterari ed epistolari del Cinquecento, il saggio prende le mosse dalle diverse configurazioni sintattiche di fuggire (sono fuggito, mi sono fuggito, ho fuggito) presenti nel Cortegiano, nell’epistolario di Baldassarre Castiglione (1497-1529), in altre lettere e opere del Rinascimento.

I primi dati emersi da questa osservazione introduttiva vengono analizzati grazie allo studio di Elisabetta Ježek sui verbi a costruzione inaccusativa dell’italiano antico, il primo che ha descritto in chiave diacronica questa importante tipologia di costrutti.

Il saggio intende fornire nuovi dati sulla storia di queste costruzioni, attingendo a diversi tipi di testi del Cinquecento (prose letterarie, poesie, lettere, commedie) e soffermandosi sul cambiamento linguistico più rilevante emerso dallo studio di Ježek: la scomparsa nell’italiano moderno della costruzione inaccusativa pronominale (mi sono fuggito, fuggendosi) che era ammessa (e prevalente) nell’it. ant. in tutta la coniugazione, a differenza di quella semplice consentita solo nei verbi composti e non finiti (io sono fuggito, fuggendo).

La ricerca prende in esame anche altri verbi a costruzione inaccusativa e gli altri due cambiamenti linguistici individuati da Ježek. Il saggio si conclude con una breve disamina dedicata all’espunzione nella terza redazione del Cortegiano della costruzione si [>sì] è (essere preceduto da da non confondere con essersi riflessioni, sporadicamente attestato nell’it. ant.), attestata nella seconda redazione.

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Publicado
2025-03-14
Cómo citar
Vetrugno R. (2025). Costruzioni inaccusative nel Cinquecento. Cuadernos de Filología Italiana, 32, 199-212. https://doi.org/10.5209/cfit.99529
Sección
Monográfico